mercoledì 14 marzo 2007

Discriminazioni

Sono le tre del pomeriggio e sto aspettando il mio turno davanti all'ufficio più affollato della Asl,quello delle patenti speciali.Qui vengono tutti coloro che il codice della strada considera potenzialmente pericolosi per la sicurezza stradale:chi ha avuto problemi di alcool o di droga,chi per disabilità motorie ha bisogno di una automobile adattata (e sono i titolari delle patenti speciali vere e proprie) e chi, come me, è portatore di una delle malattie considerate invalidanti dal codice della strada: malattie dei reni, cardiopatie eccetera. Per noi occorre un certificato di idoneità alla guida, che ci verrà rilasciato, se tutto va bene, dalla commissione medica locale, dopo una visita che durerà più o meno cinque minuti.Per questa visita abbiamo pagato (nel 2006) 18,59 euro.Più la tassa, più la marca da bollo, più gli esami medici che ci hanno richiesto. Ma l'unica cosa che assomigli in effetti ad una visita è un veloce esame della vista e dell'udito.Non può che essere così: in primo luogo le commissioni sono poche, tre per tutta la provincia di Roma, e ogni giorno le persone convocate sono cinquanta.Già così l'appuntamento si deve prendere due mesi prima,non si può certo rallentare il ritmo. In secondo luogo,il compito della commissione è solo la valutazione dei certificati presentati. Su quali criteri si basi questa valutazione non mi è chiaro, dato che solo raramente, nelle varie visite successive, ho incontrato nelle commissioni uno specialista della mia patologia. Tuttavia qui si decide se io corra il rischio di avere un malore improvviso mentre guido e di provocare perciò un incidente. I dati Istat ci dicono che gli incidenti provocati da malori improvvisi sono un numero irrisorio rispetto a quelli provocati da comportamenti scorretti: l0 0.38 % in confronto al 91.1 %. Inoltre quello 0.38 % comprende il colpo di sonno e qualsiasi tipo di malore, non necessariamente dovuto alla presenza di malattie croniche. Ma le commissioni preferiscono andare sul sicuro, e così, benché la mia cardiopatia sia stabile nel tempo e nel mio fascicolo si siano accumulati certificati del tutto identici relativi alle visite successive,continuano a ritenere necessario un controllo a breve termine,uno o due anni al massimo.Anzi,l'ultima volta il presidente della commissione, ritenendomi in un primo momento "inidonea alla guida", ha apertamente avanzato dubbi sulla legittimità della mia patente, senza rendersi conto che lui stesso me l'aveva rinnovata in una visita precedente.
Mentre aspetto che mi chiamino penso vagamente ad una discriminazione, un pregiudizio verso chi ha qualcosa di diverso, una malattia in questo caso. Perché a me viene richiesto di dimostrare che non avrò mai un malore improvviso, cosa di cui nessuno, anche il più sano, può essere sicuro? E quasi in risposta ai miei dubbi viene la voce di un impiegato, peraltro il più simpatico in quel contesto ostile: "No" sta dicendo a qualcuno nel corridoio "i normali non lo devono fare. Solo voi speciali..."
Ecco, dalle patenti siamo passati alle persone. Normali o speciali.